giovedì 3 maggio 2012

Porto di Pescara - Tra promesse e speranze


In questi ultimi mesi si è molto parlato della situazione del Porto di Pescara per tutto quel che riguarda i suoi fondali, il dragaggio necessario ma quasi impossibile da realizzare, il malcontento della marineria tutta.Vi invito ora a leggere cosa scrive Wikipedia sul nostro porto qui. Senza fare ulteriori ricerche e senza andare nel particolare della vicenda "fanghi velenosi si/ fanghi velenosi no", balza all'occhio come la situazione sia davvero tragica. A parte la figura di pellegrini che ci facciamo agli occhi della Nazione intera e non solo, credo che i nostri politicanti non abbiano ben chiaro il problema e soprattutto non siano pienamente consapevoli delle conseguenze delle loro decisioni. Facciamo una rapida disamina: negli anni '90 viene costruita l'attuale diga foranea con lo scopo di proteggere il Porto dal mare da grecale; in poche parole per proteggerlo dal mare in burrasca. Scopo nobile, ma spesso i mezzi che usiamo per raggiungere i nostri scopi paradossalmente ci allontanano  da essi. Sta di fatto che ad oggi, tra una dichiarazione e una smentita della stessa, le acque non si sono mosse...in tutti i sensi. Questa situazione di stallo ha effetti devastanti per noi: l'aliscafo della Snav ha già abbandonato il Porto di Pescara per quello di Ortona. per non parlare di tutti gli operatori della pesca. Qualcuno ha mai provato a considerare la situazione delle famiglie dei pescatoriA pensare ai loro figli? Forse no. Ma non ci sono solo loro. Ci sono i commercianti che non potranno più comprare il pesce e le vongole delle nostre barche. Dovranno necessariamente cambaire lido dirottando i loro capitali verso altre realtà portuali. E poi c'è chi, come me, ha una pescheria. Che pesce potemmo mai vendere se il porto è destinato a morire? Saremo costretti a comperare pesce congelato o importato, togliendo alla gente l'opportunità di mangiare genuinamente ad un prezzo onesto che solo la produzione locale può garantire. E i ristoranti? Quelli che puntano sulla freschezza e sul territorio dovranno necessariamente guardare altrove. In più c'è il problema dello scalo merci. Se le imbarcazioni non possono entrare nel porto, quali merci potranno mai scaricarci? Insomma, ogni settore della nostra Pescara si troverebbe in una situazione di sofferenza e il cittadino ridotto a "turista" della città, di una città che è destinata a predere la sua naturale vocacione marittima. Mi rendo conto di non avere le conoscenze necessarie per poter fare una proposta di intervento organica e puntuale. Chiedo però alla nostra amministrazione di pensare in grande, di guardare al di là degli interessi di pochi, degli interessi politici e di clientela. Pescara è dei suoi cittadini e non può trovarsi nella condizione di dover rinnegare se stessa. Usate il cuore e il cervello...non le tasche. (Vi consiglio la lettura di questo sito)

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